In molte tradizioni popolari si riscontra la presenza di folletti e di figure dispettose, che venivano usate spesso come spauracchio per tenere a bada i bambini.
E' il caso dei Leprechaun irlandesi, come del Munaciello napoletano o del Laurieddhu salentino, mentre in Abruzzo questo personaggio folkloristico prende il nome di Mazzemarèlle.
Ognuno di questi personaggi ha caratteristiche peculiari del luogo in cui viene ricordato, ma alcuni tratti sono comuni: il cappello a punta, la statura piccola, la predilezione per il buio, la dispettosità, il possesso di un non meglio quantificato "tesoro" che tiene nascosto da qualche parte.
In particolare, il nostro Mazzemarèlle è dotato di una forza sovrumana e tende a dare noia specialmente ai bimbi e agli animali domestici.
Negli anni '80, due poeti dialettali sansalvesi diedero vita ad una sorta di sfida in versi sul Mazzemarèlle, scrivendo sonetti in botta e risposta ai versi dell'altro, tutti sul tema del nostro folletto.
Questa tradizione, ormai, è relegata nel mero folklore ma guai a parlarne impunemente con "quelli di una volta" (gli anziani): qualcuno potrebbe prendersela ed invocarlo contro di voi!
Per gli interessati, in estate, a Città Sant’Angelo (PE), durante la sagra “Dall’Etna al Gran Sasso”, a loro sono riservati dei festeggiamenti particolari proprio per "lu Mazzemarèlle".

